Perché l’economia tira e le immatricolazioni calano?
A ottobre frenata delle immatricolazioni dei veicoli pesanti causata soprattutto dall’offerta che soffre della mancanza di componenti a livello mondiale.

A causa della pandemia che, soprattutto nei primi mesi del 2020 ha praticamente stoppato le vendite e le immatricolazioni di veicoli – sia leggeri che pesanti – la tendenza da parte dei principali centri studi è quella di confrontare i dati dell’anno corrente con quelli del 2019, ovvero col periodo prepandemico.
Così è, per esempio, per il Centro Studi e Statistiche UNRAE che analizzando i dati provenienti dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, registra sì un incremento di immatricolazioni per il segmento +3,5 tonnellate del 16,1 per cento (20.695 veicoli su 17.827 nel periodo gennaio-ottobre) ma, allo stesso tempo, confrontando il mese di ottobre con lo stesso mese del 2020, si nota un calo del 12,7% con particolare riferimento al segmento più alto (+16 tonnellate) che registra un -13,9%.
Secondo Paolo A. Starace, Presidente della Sezione Veicoli Industriali di UNRAE, il mercato di ottobre 2021 va in negativo rispetto al 2020 per tutte le fasce di massa, non tanto a causa di una carenza della domanda, che pure necessita di sostegno strutturale e continuo, ma – in questo momento particolare – soprattutto dal lato dell’offerta. Infatti, dopo una serie di scosse del mercato, conseguenti alle misure di contenimento del contagio – spiega Starace – ci sono segnali di una sofferenza più grave, che deriva dalla carenza planetaria di alcuni componenti essenziali per la fabbricazione di quei veicoli.
Molti Costruttori stanno già effettuando, o hanno in programma, riduzioni o fermi temporanei della produzione con conseguenti ritardi nelle consegne dei veicoli e quindi nelle immatricolazioni.
Ecco quindi spiegata, in parte, la discrasia tra l’andamento dell’economia generale e quella del mercato dei veicoli. Oltre a creare inevitabili disagi alle flotte che necessitano nuovi mezzi per ottemperare alle richieste della committenza, questa situazione rallenta ulteriormente il rinnovo del parco circolante che, in Italia, rappresenta una dolorosa spina nel fianco. Infatti, l’età media dei mezzi è di 13,4 anni, i mezzi rispondenti alle Direttive di emissione ante Euro IV sono circa il 56%, percentuale che scende al 45,5% per i veicoli pesanti (superiori o uguali a16 t), che presentano un’età media di 11,5 anni.