Decarbonizzazione trasporto pesante e industria: il report del Politecnico di Milano
In Italia alcuni settori dell’industria e il trasporto merci su strada rappresentano ancora oggi una grande sfida per gli obiettivi di decarbonizzazione, come già evidenziato dalla Strategia nazionale per lo sviluppo dell’idrogeno presentata di recente dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Entrambi i settori sono infatti definiti “hard to abate” (difficili da abbattere), etichetta […]

In Italia alcuni settori dell’industria e il trasporto merci su strada rappresentano ancora oggi una grande sfida per gli obiettivi di decarbonizzazione, come già evidenziato dalla Strategia nazionale per lo sviluppo dell’idrogeno presentata di recente dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.
Entrambi i settori sono infatti definiti “hard to abate” (difficili da abbattere), etichetta che certifica la loro
complessità alla luce dell’obiettivo delle zero emissioni nette (Net Zero) al 2030 e al 2050 a causa della significativa quantità di emissioni di CO2 e delle limitate alternative tecnologiche attualmente disponibili.
A livello europeo, nello specifico, l’industria contribuisce per l’11% delle emissioni di CO2% mentre il
trasporto merci con mezzi pesanti per l’8%. A rivelarlo sono i dati dello Zero carbon technology pathways, report redatto dal Politecnico di Milano – giunto oggi alla seconda edizione – che analizza inoltre le soluzioni per la decarbonizzazione di questi settori ad alta intensità di carbonio.
Decarbonizzazione dei settori hard-to-abate
Come precisato sopra, tra i settori “hard-to-abate” vi sono alcuni comparti industriali ad alta intensità di
emissioni – come la siderurgia, la chimica, la ceramica, il vetro e il cemento -, settori davvero complessi da
abbattere soprattutto a causa di tecnologie limitate e costose.
L’industria pesante
Nel settore del cemento, ad esempio, una delle principali soluzioni è l’adozione di tecnologie di Carbon
Capture and Storage (CCS), impianti che consentono la cattura e lo stoccaggio della CO2.
Tuttavia, l’Italia ne è ancora carente; in caso contrario tali impianti farebbero lievitare i costi di produzione del cemento, provocando un vertiginoso aumento – dal 150% al 230% – incidendo in maniera significativa anche sulla filiera delle costruzioni.
Il trasporto merci su strada
Un altro settore essenziale per l’economia, ma “hard to abate” è il trasporto merci su strada, già alle prese
con nuovi obblighi e sfide significative per la transizione verde del suo parco veicolare.
In merito, la flotta di
camion italiana è ancora dipendente dalle tecnologie tradizionali, con motori a combustione interna,
contando oggi una quantità esigua di veicoli a trazione alternativa (circa il 2%).
Il report del Politecnico di Milano riporta due principali soluzioni tecnologiche per la de carbonizzazione
del settore. La prima guarda all’utilizzo di carburanti sostenibili (come HVO e biocarburanti), da utilizzare per alimentare i veicoli tradizionali. La seconda, invece, mira all’adozione di veicoli a trazione elettrica. Anche in questo caso, tuttavia, la transizione verde è frenata dall’elevato costo dei mezzi, unito alle difficoltà conseguenti all’incertezza normativa e alla carenza di infrastrutture di ricarica.
Analisi dei costi (TCO) dei mezzi pesanti
Un altro elemento al centro del report è il Total Costo f Ownership (TCO), che riporta il costo complessivo del mezzo pesante per garantire un esame chiaro e completo delle diverse soluzioni di decarbonizzazione attraverso la metrica finanziaria.
Per un tragitto quotidiano di circa 400 km, ad esempio, il TCO per un camion alimentato a diesel è di 0,65
€/km; per un veicolo elettrico (BEV), questo valore sale a 1,02 €/km, mentre per un veicolo alimentato a
idrogeno (FCEV), il TCO raggiunge i 2,47 €/km. Le soluzioni a carburanti sostenibili come HVO e BIO-GNL, invece, sono più simili al caso base.
Dai risultati emerge che, nonostante l’elevato costo chilometrico, i veicoli elettrici possono raggiungere la
parità di costo con i veicoli a diesel grazie a politiche di supporto come l’eventuale rimozione dei pedaggi
autostradali per i veicoli a zero emissioni.
Decarbonizzazione: investimenti ancora insufficienti
A livello di investimenti, l’analisi del Politecnico di Milano evidenzia la necessità di accelerare il processo
di decarbonizzazione dei settori hard-to-abate attraverso finanziamenti e politiche di supporto.
In generale, è necessario il sostegno di tutti gli attori coinvolti, istituzioni e operatori del settore, con soluzioni concrete e investimenti adeguati, per accelerare la transizione verso un futuro a basse emissioni di
carbonio.
In Italia, nello specifico, sono necessari tra i 3,6 e i 6,8 miliardi di euro per l’implementazione della
tecnologia CCS nel settore del cemento entro il 2050. Tuttavia, l’Unione Europea ha stanziato solo 164
milioni di euro attraverso il programma europeo Innovation Fund, un importo decisamente insufficiente
per finanziare la transizione.