Osservatorio Continental sui mezzi pesanti: parco circolante in lento ma costante rinnovo
L’Osservatorio sui macro-trend del mercato dei veicoli pesanti per il trasporto di merci e persone giunge quest’anno alla sua quarta edizione. Dopo il rallentamento del 2022 lo studio di Continental fotografa la situazione dell’anno appena trascorso evidenziando le tendenze del comparto attraverso le immatricolazioni, i tipi di alimentazione, l’anzianità, la categoria euro del parco circolante […]
L’Osservatorio sui macro-trend del mercato dei veicoli pesanti per il trasporto di merci e persone giunge quest’anno alla sua quarta edizione.
Dopo il rallentamento del 2022 lo studio di Continental fotografa la situazione dell’anno appena trascorso evidenziando le tendenze del comparto attraverso le immatricolazioni, i tipi di alimentazione, l’anzianità, la categoria euro del parco circolante e l’andamento del traffico in autostrada.
Le immatricolazioni dei mezzi pesanti
Sono 22.999 le nuove immatricolazioni dei mezzi oltre le 16 tonnellate, adibiti quindi al trasporto merci, con un aumento del 6,9% rispetto al 2022.
In termini assoluti, guida la classifica la Lombardia (4.475 nuovi camion) seguita da Campania (2.546), Veneto (2.515). In coda, Basilicata (140 immatricolazioni), Molise (108) e Valle d’Aosta (50).
I maggiori incrementi sono in Basilicata (+35%), Trentino-Alto Adige (+26,5%), Umbria (+23,9%); i fanalini di coda sono Molise (-23,2%), Valle d’Aosta (-30,0%)e Puglia (-37,0%).
Sono dunque 9 le Regioni che registrano un calo e altrettante quelle che, invece, sono in crescita, mentre solo due mantengono un dato stabile.
Il confronto tra Italia e Unione Europea per il trasporto merci
L’Unione Europea ha ha registrato un aumento medio del 14,7%., mentre l’Italia cresce meno con solo il 6,9%.
Il primo grande paese europeo in crescita è la Germania con il +25,2%. I cinque in vetta alla classifica sono Cipro con +137,5% e Portogallo con +50,9%, seguiti da Croazia (+34,5%) e Lussemburgo con +29,9%. Modesta la crescita della Lituania con +7,2%, nonostante sia sede di grandi flotte e addirittura cala la Polonia (-1,2%).
I dati sugli autobus
Il mercato italiano degli autobus, indipendentemente dal numero di posti, registra un +45,8% con 5.434 immatricolazioni contro le 3.828 del 2022. I dati sono complessivi tra trasporto pubblico locale, regionale, nazionale e noleggio da rimessa. Interessante è che sia soprattutto il TPL a rinnovare la flotta.
Crescono percentualmente di più Trentino-Alto Adige (+230,8%), Molise (+184,3%) e Abruzzo (+175%). Ma il primato in assoluto va alla Lombardia (+762 unità), seguita dal Lazio (+647) e dal Piemonte (+452).
Solo la Valle d’Aosta registra un calo pari al 12,5% dovuto ai 7 bus contro gli 8 venduti nel 2022. In questo comparto l’incremento italiano è superiore alla media UE, ferma al +19,4%. In Europa crescono più delle altre Lituania e Cipro, mentre tra i Paesi più grandi i risultati migliori sono quelli di Polonia (+121,9%) e Romania(+106,2%).
I dati sull’alimentazione dei mezzi pesanti
Il gasolio continua ad essere predominante per tutti i tipi di autocarri (90,3% in leggerissimo calo rispetto al 90,8% del 2022) seguito da benzina e metano (entrambi in calo di 0,1 punti a 4,5% e 2,1%).
Non cresce come auspicato il dato relativo alle alimentazioni alternative: i veicoli a GPL segnano un 1,5% contro l’1,4%, così come gli elettrici (allo 0,4% contro lo 0,3%). La crescita è più sostenuta per gli ibridi (0,5% se con motore termico a gasolio e 0,6% a benzina).
I dati sull’alimentazione degli Autobus
La transizione verso alimentazioni alternative è lenta ed è dovuta essenzialmente ai cambiamenti in atto nelle flotte di TPL urbano e interurbano a breve raggio.
La percentuale maggiore delle flotte circolanti è alimentata tuttora a gasolio (91,1% rispetto al 92,7% del 2021). Il metano è al 6,1% contro il 5,4% dell’anno precedente. Le quote di elettrico e ibrido diesel raggiungono il 2,2% (rispettivamente 1,3% e 0,9%) contro l’1,2% del 2022.
Nella suddivisione tra regioni spiccano le flotte elettriche urbane e suburbane del Nordovest: la Liguria ha il 5,4%(con un incremento di 2,3 punti percentuali), il Piemonte il 3,4% (+1,4), la Lombardia il 2,4% (+0,8). Fanalino di coda per Sardegna (con il 98,3% di diesel), Basilicata (98%) e Molise (95,8%) che guidano la classifica delle regioni con meno veicoli alternativi.
I dati per emissioni (categoria Euro)
Il 55,5% del totale italiano contro il 53,4% del 2022 degli autocarri per il trasporto merci è rappresentato dagli Euro 4, 5 e 6. Aumentano gli Euro 5 e 6 (+0,7 e +2,1 punti percentuali in più)e gli Euro 4 sono invece in contrazione (-0,7).
Maglia nera sono Calabria (con 67,5% dei veicoli da Euro 0 a Euro 3), Sicilia (63,5%) e Basilicata (58,7%). Le più virtuose sono Trentino (86,9% di Euro 5 e 6), Valle d’Aosta (86,5%) e Lombardia (67,8%).
Per quanto riguarda gli autobus invece la percentuale di autobus Euro 4, 5 e 6 rappresenta il 59,3% del parco. I veicoli Euro 2 ed Euro 3 passano dal 39,9% al 26,8% sul totale.
Le prime quattro classi sono diffuse soprattutto in Calabria (57,8% del parco), Campania (56,7) e Sicilia (56,3%). I bus Euro 4, 5 e 6 sono l’86,3% del circolante in Trentino-Alto Adige, l’84,4% in Valle d’Aosta e l’81,3% in Friuli-Venezia Giulia e oltre il 60% in tutte le regioni del Nord, in Lazio e Sardegna.
I dati sull’anzianità dei veicoli
Per gli autocarri la percentuale di veicoli con meno di un anno aumenta dal 3,6% al 4,4% ma allo stesso tempo invecchiano quelli seminuovi, con un calo di 0,7 punti percentuali dei veicoli tra uno e cinque anni.
La fascia oltre i 20 anni risulta la più diffusa con il 35,3% del circolante ma potrebbe essere un dato non attendibile per la mancata cancellazione dai registri dei veicoli non più circolanti. Seguono gli autocarri entro dieci anni (35,2%) seguiti da quelli tra 10 e 20 anni, al 29,3%.
Nel complesso il parco circolante è datato con una notevole differenza tra Nord e Sud.
I camion più nuovi sono in Trentino-Alto Adige (78,6%) e Valle d’Aosta (82,4%), che registrano rispettivamente soltanto lo 0,8% e l’1,1% di veicoli oltre 30 anni. In coda ci sono la Calabria con il 14,2% dei veicoli di meno di 10 anni e la Sicilia con il 16,9%. Le percentuali di veicoli ultra-trentennali nelle due regioni sono del 12,6% e 11,8% rispettivamente.
Un’occhiata agli autobus fa registrare un dato migliore sull’anzianità.
Aumentano i veicoli con meno di due anni (da 3,7% a 5,5% quelli fino un anno e da 3,8% a 3,9% quelli fino a due). Il 38,6% ha meno di dieci anni (contro il 36,2% del 2022), il 33,6% tra dieci e venti(era il 36%) e il 27,5% oltre i venti (dato sostanzialmente stabile rispetto al precedente 27,6%).
La classifica delle regioni è guidata da Lombardia (49,2% di mezzi sotto i dieci anni), Friuli-Venezia Giulia (54,2% di “giovani”) e Trentino-Alto Adige (63,5%). In coda la Calabria, con il 40,9% oltre i vent’anni e solo il 22,1% con meno di dieci, la Basilicata con il 41,7% di ultraventennali e la Campania con il 45,5%.
I dati sul traffico in autostrada
Il trend positivo della mobilità è confermato rispetto al 2022, con aumenti sia per i veicoli leggeri (+4,7%), sia per i veicoli pesanti (+0,9%).
Il traffico è ormai tornato ai livelli antecedenti alla pandemia anche l’incremento è minore rispetto al 2022. In termini assoluti, il numero di veicoli-km totali sull’intera rete autostradale a pedaggio nel trascorso 2022 ha superato la quota di 86 miliardi, con un incremento del 3,8% rispetto all’anno precedente.